30 cuori di ceramica per un solo battito

Leggenda nella leggenda: se San Valentino è il protettore degli innamorati, il cuore è l’organo custode di tutti i sentimenti. 

Per il giorno di san Valentino i negozi si riempiono di scatole, bijou, cioccolatini, ed ogni cosa prende la forma di cuore.

Il disegno che impariamo fin da piccolini è composto da due linee curve che si incontrano in un angolo acuto, formando una figura perfettamente simmetrica. Ma da un punto di vista anatomico, sappiamo, crescendo che nulla del nostro corpo è perfettamente simmetrico e quanto meno il nostro cuore. 

Convenzionalmente viene rappresentato attraverso una grafica stilizzata che è diventata un simbolo perfettamente integrato nella nostra società e dal significato inconfondibile. Esso racchiude così come ci hanno insegnato i migliori poemi cavallereschi, l’ardore e la passione della natura umana che si manifesta attraverso le nostre emozioni. 

Courtesy Accademia Fabio Scolari

La difficoltà di rappresentare quest’organo vitale è proprio quella di riuscire a cogliere il movimento pulsante e continuo, restituendo la sua forma mutevole in un unica immagine. Tuttavia, nell’opera “Apparato circolatorio” del 2017 , l’artista Jacopo Cardillo, aka JAGO, è riuscito a “far battere” un cuore di ceramica. 

La realizzazione dell’opera ha impiegato più di sei mesi per essere completata poiché ha implicato diverse fasi di lavorazione, a partire dalla struttura in argilla, passando per la l’elaborazione a computer e infine l’animazione in 3D. 

Il risultato è strabiliante, grazie all’utilizzo della stampante 3D è riuscito a ricostruire la sequenza dei movimenti del battito cardiaco e creare uno stampo per ognuno di essi, all’interno dei quali ha fatto poi colare la ceramica liquida e ottenuto un cuore “diverso” ad ogni istante della pulsazione.

Apparato circolatorio, Jago, 2017 – Courtesy Mousse Magazine

Jago è un giovane artista italiano che ama raccontarsi, è molto attivo sui social e condivide spesso video e foto dei suoi lavori, anche durante lo stesso processo creativo. La sua scultura, così come abbiamo visto per “Apparato circolatorio” si fonda su tecniche tradizionali, dall’argilla come in questo caso al marmo di “Habemus Hominem” raffigurante il busto di Papa Benedetto XVI divenuta una delle sue opere più note, ma sfrutta altresì l’eterogeneo mondo delle tecnologie, rimanendo sempre aggiornato sul loro potenziale utilizzo. 

Confrontando diversi suoi lavori, possiamo notare come il fil rouge che li lega sia quello di una rappresentazione il più possibile fedele alla realtà, dove ogni nervo e ruga di espressione vengono accuratamente scolpiti. Lo stesso artista non nasconde di essere sempre stato ispirato dalle opere di Michelangelo, probabilmente suo unico vero maestro, visto che abbandona l’accademia ancora prima di terminarla.  

Habemus Hominem, Jago, Courtesy Arte in breve

Insomma, guardando “Apparato circolatorio” si potrebbe dire quindi che non esiste un solo cuore ma uno per ogni istante della nostra vita, e così anche i nostri sentimenti, che sono mutevoli e capricciosi. 

Forse in occasione del 14 febbraio sarebbe quindi interessante chiederci : che forma ha oggi il nostro cuore ?