“I bambini imparano più da come ti comporti che da cosa gli insegni”
#MercoledìFilosofico #15

Una veduta di piazza, tra un’apertura verso le strade cittadine e lo sguardo che spazio verso un contesto rurale: qui si colloca un folla brulicante di bambini, ma anche di adulti, che si dilettano in mille attività, o meglio, in un’ottantina di giochi diversi: questo è Giochi di Bambini di Pieter Bruegel il Vecchio.

Figure piccole ma estremamente precise, che se osservate una ad una trasmettono perfettamente l’ilarità e l’allegria del momento, che coinvolge tutti senza distinzione.

Il gioco, in quanto tale, è da sempre legato alla figura del bambino, che per sua natura è libero, spontaneo, senza pensieri. Tuttavia quello del gioco è anche un momento che può creare un legame tra l’adulto e il bambino stesso.

 

Pieter Bruegel the Elder, Children’s Game, 1560 – Courtesy Google Arts&Culture

 

Nell’infanzia ci si diverte tra coetanei, ma questo non esclude la presenza di giocosi momenti, con genitori e parenti, o comunque con altri adulti: momenti che per loro natura sono gioiosi, ma che al contempo portano con sé anche delle occasioni di insegnamento e di crescita per i più piccoli.

Dall’osservazione di chi è più grande, ma che sa divertirsi con loro, imparano per poi imitare, creando ricordi e riflessioni che porteranno con sé nei giorni, ma anche negli anni successivi.
È ciò che ti trovi a vivere e a sperimentare che ti segna di più, con un’influenza maggiore rispetto a quanto viene metodicamente insegnato.