Il padre della AI Art: Harold Cohen e AARON

All’interno dell’attualissimo dibattito sull’arte creata dall’intelligenza artificiale, l’opera dell’artista britannico Harold Cohen (1929-2016) si pone alla base di questa nuova pratica creativa. Pittore, tipografo e grafico, è noto sopratutto per la sua più importante creazione, AARON, un programma computerizzato basato sull’intelligenza artificiale capace di generare opere d’arte, tra i primi esempi di computer-generated art. 

Harold Cohen, Untitled, 1981
Courtesy Outland

Dopo un inizio di carriera come artista più canonico, Cohen viene introdotto al mondo della programmazione: a seguito di un periodo come visiting scholar presso l’Artificial Intelligence Laboratory di Stanford nel 1971, inizia ad immaginare e creare un programma per codificare l’atto pittorico, chiamandolo AARON. Questa idea, concepita attorno al 1973, è il risultato di una domanda molto più ampia a cui Cohen stava cercando una risposta: capire cosa è l’Arte.

La “educazione” di AARON ha seguito un percorso molto simile a quello degli umani, attraverso l’aiuto di un robot chiamato “Turtle” per la produzione di immagini nel mondo reale. Nel suo primo periodo di vita, AARON è stato capace di produrre solamente linee monocromatiche senza alcun richiamo iconografico, che venivano poi colorate a mano dallo stesso Cohen. Con l’iterazione del programma negli anni, è stato poi capace di aggiungere aspetti più sofisticati alla rappresentazione, come la creazione di figure umane negli anni ’80 e l’aggiunta dei colori negli anni ’90. 

Questi passaggi sono avvenuti grazie alla creazione di una “memoria” che permettesse ad  AARON di ricordare azioni passate per agire nel presente, prendere decisioni artistiche autonome e seguire istruzioni precise. La difficoltà risiede nella “cecità” del programma computerizzato: mentre i sistemi cognitivi umani si sviluppano attraverso il ricorso al “mondo reale” esterno, un sistema cognitivo di intelligenza artificiale non ha un mondo esterno cui possa fare riferimento. AARON ha dovuto imparare a vedere nel buio.

Harold Cohen con un’installazione di AARON presso il San Diego Museum
Courtesy Harold Cohen Estate

Insegnare a una coscienza computerizzata come prendere decisioni è stato il lavoro di una vita per Cohen. A differenza delle più recenti forme di intelligenza artificiale per la creazione di immagini partendo da un testo, il risvolto del lavoro di AARON è sempre stato più concettuale che concretamente “utile”. È proprio questa caratteristica a rendere questo pionieristico programma estremamente profetico, facendo di Cohen uno dei padri della computer-generated art.