L’arte che ricorda il cambiamento climatico: Vertical Migration

Il gruppo artistico danese Superflex, nato negli anni ‘90 e ormai da una di grande fama grazie a progetti che invitano alla partecipazione e alla comunicazione, ha realizzato un’opera al centro della Grande Mela.

Infatti ART 2030 and TBA21–Academy gli hanno commissionato l’opera “Vertical Migration” per proiettarla successivamente sulla parete esterna del quartier generale delle Nazioni Unite di New York, tra il 21 e il 24 settembre 2021.

L’opera rappresenta una creatura marina di 152 metri, accompagnata da un film che inizialmente la circonda per poi avvicinarsi sempre di più: l’installazione si conclude dandoci la prospettiva della creatura stessa.

Vertical Migration – Courtesy of Superflex.net

L’organismo raffigurato è una Siphonophora, una colonia di organismi marini che si trovano nel fondale marino, dove l’acqua diventa più scura. La particolarità di questa specie è il viaggio che ogni notte compiono verso la superficie per alimentarsi, riscomparendo di nuovo all’alba. Il nome “Vertical Migration” deriva dal loro percorso verticale verso il suolo (e viceversa).

Il lavoro di Superflex ci dà una visione completamente diversa e opposta dalla nostra, ma proveniente da qualcosa con cui al contempo condividiamo l’Universo.

Si ha la possibilità di vivere un’esperienza nella quale altrimenti non potremmo mai immedesimarci nella nostra vita quotidiana, ma che ci collega l’uno all’altro grazie ad un unico denominatore comune: la Terra.

Mostrando questa migrazione verso la superficie, Il video vuole dare maggiore consapevolezza dell’esistenza di una parte ancora intatta del nostro pianeta e del cambiamento climatico continuamente in atto, che sempre più interessa anche gli oceani.
Quest’opera fa parte di una serie più ampia chiamata “Interspecies Assembly”, che concentra l’attenzione sulla biodiversità e sul ruolo che l’oceano ha nell’ambito del cambiamento climatico.

Interspecies Assembly – Courtesy of Superflex.net