L’intelligenza artificiale viene in aiuto alla ricerca sulle tavolette assire

Alla fine di aprile presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia è stato presentato il Progetto Liber, coordinato dall’assiriologa e docente dell’ateneo Paola Corò, con la collaborazione del British Museum di Londra e del Centre for Cultural Heritage Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Si tratta di un programma di ricerca volto allo studio di antichissime tavolette di argilla di epoca assira attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. 

Bassorilievo dal palazzo nord di Ninive (640 a.C. ca.), raffigurante Assurbanipal a caccia.
Courtesy The Trustees of the British Museum

Nel VII secolo a.C., il sovrano assiro Assurbanipal creò una biblioteca reale composta da decine di migliaia di tavolette d’argilla scritte in accadico cuneiforme, contenenti soprattutto testi letterari del tutto traducibili o già tradotti. Il più famoso tra questi è sicuramente l’“Epopea di Gilgamesh”, prima saga epica della storia dell’umanità. Su molte di queste tavolette, oltre ai segni scrittori, sono stati rilevati dei fori il cui significato è ancora oggi oscuro, caratterizzati da uno schema intelligibile e vagamente regolare. 

È in questo frangente che entra in gioco la ricerca attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale: con il confronto delle 30mila tavolette tutt’oggi esistenti e facenti parte della raccolta sarà possibile avvicinarsi alla verità sulla natura di questi particolari segni. Conservate presso la “Library of Ashurbanipal” del British Museum di Londra, 2mila tavolette digitalizzate sono state esaminate ed etichettate da 35 studenti cafoscarini: queste informazioni sono state poi convogliate in un algoritmo elaborato ad hoc per individuare caratteristiche altrimenti irriconoscibili a occhio nudo.

Una delle 30mila tavolette conservate al British Museum di Londra.
Courtesy The Trustees of the British Museum

Le ipotesi sulle finalità di questi fori individuati sono numerose: in un primo momento si pensava che servissero a salvaguardare la tavoletta durante il processo di cottura. Tuttavia si è venuti poi a conoscenza del fatto che questi supporti scrittori non venivano cotti all’epoca della biblioteca, ma che in realtà sono stati coinvolti in un incendio durante la distruzione di Ninive del 612 a.C., un evento che ne permise la conservazione e il ritrovamento nell’Ottocento. La ricerca del Progetto Liber vuole quindi avvicinarsi alla spiegazione sul significato dei fori, che potrebbe aprire nuovi percorsi di ricerca e comprensione sia di questi antichissimi testi in cuneiforme, che delle pratiche di gestione e archiviazione della biblioteca.