“Se chiudete la porta a tutti gli errori, anche la verità resterà fuori”
#MercoledìFilosofico #6

“Se chiudete la porta a tutti gli errori, anche la verità resterà fuori” 

Volgendo il nostro pensiero a Magritte, non possono che tornarci alla mente alcune delle sue tele che lo hanno reso universalmente famoso: senza dubbio, in molte di queste sarà una finestra a prendere parte alla scena.

 

Renè Magritte, Télescope – Courtesy artevitae.it

 

Frequentemente infatti le finestre vengono utilizzate dall’artista come mezzo per indurre lo spettatore a una riflessione rivolta verso se stesso e la propria interiorità: nelle sue scene apparentemente tranquille, si crea una sinergia tra il perfettamente reale e l’impossibile irreale che stimola una senso di dubbio assoluto, pronto a mettere in discussione tutto.

La finestra è una simbolica barriera, che divide ciò che è vero perchè all’interno quindi percepibile, da ciò che è esterno quindi sconosciuto, solamente immaginabile: la stessa funzione si trasla alle più rare porte che compaiono in altre sue misteriose, e a tratti angoscianti, opere.

 

René magritte, La Victoire, 1939 – Courtesy I 1000 quadri più belli di tutti i tempi Facebook

 

Ci sono porte spalancate, come nel caso di L’Embellie, ma anche porte socchiuse come in La Victoire: se avessimo la possibilità di chiuderle, sicuramente in noi calerebbe un momentaneo senso di quiete, perchè riusciremmo a mettere un confine tra ciò che è dentro e ciò che è fuori.

Ma come sostiene il filosofo Tagore, chiudendo la porta potremmo anche toglierci qualche dubbio, ma verrebbe lasciati fuori anche la verità. Non vale forse la pena di affrontare queste porte aperte, con tutto quello che ci aspetta all’esterno?

 

Renè Magritte, L’embellie – Courtesy wikioo.org