“Spendi un po’ di tempo ogni giorno per restare solo con te stesso ad ascoltare la tua voce interiore”
#MercoledìFilosofico #23

L’emotività e la spiritualità che contornano e influenzano gli sviluppi artistici e culturali del periodo romantico, trovano nella sua forse più nota opera la massima espressione.

Nel Viandante sul mare di nebbia, Caspar David Friedrich ritrae un misterioso uomo di spalle, appoggiato al suo bastone, che domina un paesaggio montano tra nubi e nebbia.

Non sappiamo chi è, da dove viene o dove andrà, cosa sta pensando, che emozioni sta provando, eppure empiricamente ci sentiamo vicini a quel senso di solitudine che lo avvolge.

 

Caspar David Friedrich, Der Wanderer über dem Nebelmeer, 1818 – Courtesy Hamburger Kunsthalle

 

Non possiamo sapere è già incantato o più turbato da ciò che lo circonda, quali pensieri la natura gli ha fatto scaturire interiormente, ma percepiamo quella necessità impellente di fermarsi a riflettere, che un fenomeno naturale stimola e rivela.

Nel volto nascosto chiunque si può riconoscere, sentendo proprio quel senso di inquietudine che si percepisce dall’interno di te e trovando del tempo per fermarsi ad ascoltare cos’ha da dirci.

Nel dipinto sono racchiuse non solo le sfaccettature dei sentimenti umani, ma diventa l’espressione della forza della natura che, anche nella staticità di un paesaggio, incombe e predomina sull’uomo, che contro il suo potere nulla può.

È lei il motore di quella spinta, di quella necessità che porta a fermarsi e riflettere e al contempo, si offre come luogo prediletto in cui farlo.