Arte, fatti coraggio!
Il 4 Maggio, su L’ Avvenire è stato pubblicato un interessantissimo speciale – all’interno del numero 261 di Luoghi dell’infinito – dedicato al respiro della Cultura, definizione emblematica in tempo di pandemia.
Del resto non si può ignorare come, tra tutti i settori messi a dura prova dal Covid, quello culturale sia stato il più maltrattato.
Anzi, non si esagera nel dire dimenticato.
Cultura in questo caso deve essere interpretata nel suo senso più ampio, specialmente perché in un Paese come l’Italia, è il valore fondante della società.
A volte passa in secondo piano, ma siamo pur sempre un popolo di poeti, scrittori, filosofi e artisti.
In uno dei due editoriali a cura di Emilio Isgrò, quest’ultimo afferma “ (…) è sempre dalle ceneri che si rinasce, e questo gli italiani lo sanno per lunga esperienza. Gli italiani sanno che la loro grandezza è sempre la precarietà a costruirla, e per questo hanno bisogno degli artisti e dei poeti, specialisti dell’instabilità umana, non meno che dei filosofi. Pena la perdita di quella creatività estetica, che è parte integrante della creatività sociale e civile di un Paese.”
Eppure, nonostante la convinzione – più volte ribadita negli anni – che la bellezza salverà il mondo, non c’è stato un vero sforzo nel proteggere e valorizzare la cultura che sebbene definita la “terza gamba” economica del paese, ha iniziato a zoppicare.
L’aspetto, crediamo, più interessante è che nell’editoriale di Isgrò si ponga l’attenzione sulla necessità di sostenere gli artisti nuovi, che hanno la forza di sperimentare nuovi linguaggi tentando di donare coraggio all’arte che è si bellezza ma – per fortuna – non solo astratta, bensì concreta e che può veramente aiutare un Paese.
E allora, facciamoci coraggio.