Basquiat non ci sta: ritirata un’opera da un’asta in NFT

Gli NFT (non fungible tokens) sono ormai all’ordine del giorno nel mondo dell’arte: tutti ne parlano, tutti li vogliono.

Insomma, che sia questa una gigantesca bolla speculativa o una nuova frontiera, sembra proprio che non se ne possa più fare a meno.

È innegabile che la tecnologia sia uno strumento potentissimo che può aiutare in maniera importante un mercato così opaco come quello dell’arte, eppure bisogna fare attenzione.

Fino a che punto è giusto spingersi?

 

Basquiat – Courtesy di Sky Arte

 

Questa è una domanda difficile che ha una risposta altrettanto complessa e che dipende dalla coscienza di ogni individuo.

È di pochi giorni fa la notizia che un’opera di Basquiat, per l’esattezza un disegno, dal titolo “Free comb with pagoda” è stato ritirato da un’asta in NFT che avrebbe dovuto tenersi su Opensea.

L’opera, realizzata dall’artista francese nel 1986, era destinata ad essere battuta in asta ma l’acquirente avrebbe avuto poi avuto la possibilità , anzi il diritto – se mai avesse voluto esercitarlo – di “decostruire” l’opera fisica.

 

Jean Michel Basquiat Free comb with pagoda – Courtesy Artnet

 

È qui che entra in gioco un dibattito pressoché morale: nonostante il valore acquisito dal Basquiat tramite la vendita in NFT, è lecito distruggere la tela?

Non è la prima volta che un quadro ci rimetta la “vita”, si pensi al Banksy bruciato qualche mese fa.

Questa volta però qualcuno si è opposto: l’archivio dell’artista ha infatti proibito l’asta ritirando l’opera. Il responsabile David Stark ha dichiarato:

«La proprietà di Jean-Michel Basquiat possiede il copyright dell’opera d’arte a cui si fa riferimento. Nessuna licenza o diritto è stato ceduto al venditore e l’NFT è stato successivamente rimosso dalla vendita.»

“Free comb with pagoda” per ora è salva ma di certo sentiremo parlare di episodi simili in futuro.

Non sappiamo cosa ci aspetta ma forse, prima di “decostruire” qualsiasi opera, bisognerebbe rifletterci a lungo.