Chi ha disturbato Mauro Reggiani: smascherato il commercio di falsi d’artista

Un nuovo caso di commercio di opere d’arte falsificate è stato portato alla luce grazie a un’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, parte di un’indagine della Procura di Lecce.

Questa volta il protagonista è Mauro Reggiani, uno dei maggiori esponenti dell’Astrattismo geometrico italiano: dalla mostra sull’Astrattismo del 1934 a Milano, alla Biennale degli anni Sessanta fino ai contatti con Carrà, Funi e Kandinskij.

 

Courtesy Exibart

 

Le sue opere, famose in tutto il mondo, sono da qualche giorno sotto i riflettori: sono state infatti ritrovate sessanta falsi dell’artista sparse in tutta Italia, da Padova a Cagliari, nelle case di ignari compratori ingannati dalla rete di vendita che ne gestiva il commercio.

L’inchiesta ha inizio nel 2019 grazie alla segnalazione dell’Associazione per la tutela delle opere di Mauro Reggiani, costituitasi proprio quell’anno: l’associazione aveva infatti ricevuto numerose richieste di verifica, facendo così sorgere diversi dubbi rispetto alla veridicità delle opere.

I falsi venivano messi sul mercato grazie anche alla collaborazione di gallerie, mercanti d’arte e collezionisti privati: un vero e proprio gruppo criminale che lavorava attraverso piattaforme digitali e-commerce ingannando così numerosi clienti.

 

 

Le opere sequestrate venivano messo in commercio con un valore variabile, dai 15 ai 70 mila euro, garantendo così un profitto pari a un milione di euro per gli organizzatori.

I falsi apparivano identici alle opere originali, con l’unica differenza nell’uso dei colori: le opere risultano infatti essere copie di lavori pubblicati nel catalogo generale risalente agli anni Novanta, le cui fotografie erano stampate in bianco e nero.