Il Bejo de Lua nel Sogno di Picasso

Pablo Picasso e Patricia Costa.

Il primo risiede nell’olimpo dell’arte.

Visionario e geniale, esponente del cubismo – di cui padre fu Cézanne -, Pablo Picasso nasce nel 1881 a Malaga e nel 1904 si trasferisce a Parigi, dove inizia a manifestare il suo talento artistico.

Le sue opere valgono milioni in asta e sono esposte nei più grandi musei del mondo.

 

Pablo Picasso – Courtesy di Elle

 

La seconda, forse sconosciuta ai più, è un’artista brasiliana contemporanea che crea arte digitale (e non solo) ma ha alle spalle una formazione da designer industriale presso l’Università Federale di Maranhão.

Nel 2015 vive il suo anno di maggiore trasformazione al livello artistico e abbandona lo stile dei primi anni a favore di uno con linee più morbide, fluide e sinuose.

Le scene che Costa predilige sono di vita quotidiana, immaginarie o ritratti femminili.

 

Patricia Costa con le sue opere – Instagram @Patritchia

 

Ed è proprio qui, nei volti e nelle forme delle sue donne, che incontra Picasso.

I grandi occhi, inseriti nei visi scomposti e destrutturati, guardano lo spettatore e si ha quasi l’impressione che escano dalla tela (digitale).

L’ assenza di tridimensionalità non implica però la staticità delle figure, il movimento è percepibile proprio attraverso le linee e i colori vivaci usati dall’artista, su tutti il rosso, il blu, il giallo e l’azzurro.

Picasso, quindi, in qualche modo c’è. Nel “Il Sogno(Le Rêve)”, opera del 1932, Picasso dipinge una donna addormentata presumibilmente su una poltrona con il viso appoggiato sulla sua spalla destra.

Pablo Picasso, “Il sogno (Le Reve)” – Courtesy di Arteworld

 

I colori, rosso blu e giallo, corrispondono a quelli che Patricia Costa usa nell’opera digitale Bejo de Lua nella quale una donna, di profilo, bacia la luna che tiene in mano.

 

Patricia Costa “Bejo de Lua” – Courtesy di Makersplace

 

Insomma, corsi e ricorsi dell’arte e nell’arte.