Intervista all’artista Giulio Malinverni e alla gallerista Matilde Cadenti – Marignana Arte

Una chiacchierata a tre con il giovane e più che promettente artista Giulio Malinverni e con Matilde Cadenti, la founder della galleria Marignana Arte di Venezia che lo rappresenta.

SpeakART: Buongiorno Giulio, e grazie di essere qui con noi. Innanzitutto parlaci un po’ di te. Qual è la tua formazione?
Giulio Malinverni: Buongiorno, grazie a voi. Dunque, nel 2016 mi sono diplomato in Restauro di affreschi e materiale lapideo presso l’Istituto Veneto per i Beni Culturali a Venezia, attualmente sono iscritto all’ultimo anno della specialistica in Pittura presso l’Atelier F dell’Accademia di Belle Arti di Venezia

SpeakArt: Com’è nato in te il desiderio di esprimerti attraverso l’arte? Hai sempre voluto “fare l’artista”?
Giulio Malinverni: Fin da piccolo ho sempre dipinto e disegnato. Sono cresciuto a stretto contatto con opere d’arte, avendo come genitori due restauratori, non potevo aver altro desiderio che diventare un artista.

SpeakArt: Da dove nasce l’ispirazione per le tue opere?
Giulio Malinverni: La mia ricerca nasce appunto dall’ambiente che mi ha circondato fin da subito, le opere d’arte antica, soprattutto rinascimentali e pre-rinascimentali.

SpeakArt: Come hai conosciuto la galleria Marignana Arte e come si è sviluppato il vostro rapporto?
Giulio Malinverni: Il rapporto con Marignana è iniziato dopo la selezione della 103ma Collettiva Giovani Artisti della Bevilacqua la Masa, dove Matilde faceva parte della giuria. Ero già a conoscenza dell’ottimo lavoro di Marignana Arte, seguendo e apprezzando alcuni artisti che lavorano con la galleria.

SpeakART: Ben ritrovata Matilde, è sempre un piacere. Parliamo della vostra collaborazione con Giulio: cosa vi ha spinto a intraprenderla? E in particolare cosa vi ha colpito della sua produzione?
Matilde Cadenti: Ho visto per la prima volta le opere di Giulio Malinverni alla Fondazione Bevilacqua La Masa, in occasione della 103ma Collettiva Giovani Artisti, per la quale ho fatto parte della giuria.
La ricerca di Giulio mi ha immediatamente colpito per la sua coerenza e maturità, nonostante sia molto giovane. I suoi lavori presentano generi pittorici e situazioni iconografiche che hanno radici nella tradizione e nella storia dell’arte, ma sono affrontati ed elaborati con un gusto e una sensibilità tipici della nostra più stretta contemporaneità. Un altro aspetto che mi è piaciuto è l’impostazione visionaria e spesso ironica presente in ogni opera, che accentua la sua espressività e incuriosisce il pubblico.
Inoltre aggiungerei che altre sue qualità sono l’abilità tecnica e la conoscenza e padronanza di diversi materiali, che probabilmente ha radici nei suoi precedenti studi di restauro, che gli consentono di sperimentare senza ripetersi.

SpeakART: Definireste Giulio in linea con la scuderia di artisti che ad oggi rappresentate come galleria, e perchè?
Matilde Cadenti: Giulio è il più giovane tra gli artisti che rappresentiamo e in un certo senso per noi è stata una scommessa partire subito con una personale, che però è stata ben ripagata. 
Sebbene Giulio sia un artista prevalentemente figurativo, e questo aspetto possa farlo sembrare distante dalla ricerca che portiamo avanti con Marignana Arte, credo si inserisca comunque molto bene grazie alla qualità del suo lavoro, che è l’aspetto più importante per cui selezioniamo i nostri artisti. Le nostre collaborazioni infatti vedono alternarsi e mescolarsi autori che utilizzano materiali, tecniche e ricerche differenti, traducendo la memoria della nostra cultura in proposte interdisciplinari ed estremamente contemporanee.

SpeakART: Avete già in programma progetti e mostre su cui lavorare insieme nei prossimi mesi?
Matilde Cadenti: Certamente, definiamo sempre con molto anticipo la programmazione della galleria.
Alcune opere di Malinverni, insieme ad altri artisti della galleria (Infranco, Fineschi, Vazquez e Zanin) saranno in mostra al MO.CA di Brescia, in occasione della mostra At Work!, a cura di Ilaria Bignotti e ACME Art Lab, che inaugura il 7 novembre. Si tratta di un progetto molto interessante, in cui è coinvolta anche la Piero Atchugarry Gallery, che parte dal concetto di lavoro come atto di identificazione e responsabilizzazione dell’individuo e della collettività.
Abbiamo poi in programma di portare alcune opere di Giulio Malinverni all’edizione 2020 di Art Verona, che speriamo possa svolgersi senza intoppi dall’11 al 13 dicembre.
Nel 2021 invece, in occasione della Biennale, abbiamo programmato una mostra collettiva sul tema della memoria in cui sarà presente anche Giulio.

SpeakArt: Sappiamo che Gucci ha utilizzato le tue opere per un’operazione sui social: com’è nata questa collaborazione?
Giulio Malinverni: La collaborazione è iniziata inaspettatamente, tramite una loro mail.

SpeakART: Pensate che l’associazione tra l’opera di Giulio e Gucci possa portare benefici dal punto di vista comunicativo e promozionale, per lui e per voi in quanto galleria che lo rappresenta? è un valore aggiunto su cui pensate sia giusto puntare?
Matilde Cadenti: Gucci è da sempre strettamente connesso al mondo dell’arte: in primis grazie al suo proprietario, Francois Pinault, e in seguito anche grazie al lavoro del suo direttore creativo, Alessandro Michele, che spesso fonde arte, moda e filosofia. 
Quello che ci ha piacevolmente stupito è stata la scelta di puntare su un giovane artista italiano, segno che qualcosa si sta muovendo. 
Gli scorsi mesi ci hanno dimostrato l’importanza e la potenza della comunicazione sui social network, quindi non possiamo che essere entusiaste di questa collaborazione, che certamente sarà d’aiuto per promuovere il lavoro di Giulio Malinverni.

SpeakART: In quanto artista, come hai vissuto il periodo di lockdown? È stato positivo per te a livello creativo e produttivo? Ci sono state ricadute a livello di progetti espositivi che avrebbero dovuto realizzarsi?
Giulio Malinverni: Il lockdown è stato ovviamente un periodo difficile non avendo la libertà di vivere e spostarsi liberamente. Nonostante ciò sono riuscito ad immergermi completamente nel lavoro ed è stato davvero produttivo. E’ stata rimandata la mostra collettiva e la mia personale da Marignana che erano previste per marzo, però allo stesso tempo sono nati altri progetti.

SpeakART: Qualche mese fa avevamo parlato della vostra esperienza durante e post lockdown. La situazione è in qualche modo cambiata? Aggiornateci sui vostri programmi per il futuro.
Matilde Cadenti: Da fine maggio abbiamo ripreso a lavorare a pieno ritmo, inaugurando contemporaneamente la personale di Malinverni in project room e la mostra collettiva in galleria “I dreamed a dream chapter 2”.
A inizio settembre nella project room abbiamo dedicato una personale alle sculture in vetro di Lorenzo Passi, nel contesto della The Venice Glass Week. 
Come già ti avevamo accennato a maggio, abbiamo avuti riscontri positivi: il nostro pubblico più affezionato, tra cui sono presenti molti collezionisti, ha risposto con attenzione e partecipazione ai vari eventi che abbiamo organizzato, dai quali sono scaturite nuove e prolifiche connessioni.
I nostri obiettivi al momento sono essenzialmente i seguenti: proseguire con il nostro lavoro e definire al meglio la programmazione per i prossimi mesi, il tutto sempre con la massima cura e attenzione e rispettando le regole per fronteggiare il Covid 19.
Il prossimo appuntamento sarà sabato 31 ottobre, quando inaugureremo una nuova collettiva, Oltrenatura, a cura di Davide Sarchioni. La mostra approfondisce e mette in relazione le ricerche e le opere recenti di quattro artisti, Giuseppe Adamo, Yojiro Imasaka, Silvia Infranco e Quayola, da cui emerge l’idea di una natura cristallizzata, trasformata, manipolata o appositamente ricreata quale riflesso indiretto della nuova realtà che si sta determinando, attraverso immagini e forme.
All’inizio del 2021 abbiamo invece in programma una project room dedicata a dei lavori inediti di Arthur Duff e una mostra personale della grande artista californiana Nancy Genn.

SpeakArt: Cosa ne pensi invece del rapporto tra arte e tecnologia? Credi che i protagonisti del settore siano in generale pronti a una maggiore digitalizzazione?
Giulio Malinverni: La tecnologià è positiva e può aiutare la società e l’arte sempre in maniera positiva. Credo però che allo stesso tempo non potrà mai sostituire in contatto diretto con le opere, per esempio le mostre virtuali non potranno mai funzionare.

SpeakArt: Credi che SpeakART potrebbe essere utile anche a te in quanto artista, e in che modo?
Giulio Malinverni: Si, credo che la digitallizzazione dell’archivio di un artista e creare l’impronta digitale dell’opera d’arte sia un sistema molto pratico e utile.

 

Foto: Giulio Malinverni, Barbaglio, tempera e olio su lino, 80×120 cm, 2020