“La brutta notizia è che il tempo vola. La bella notizia è che il pilota sei tu”
#MercoledìFilosofico #13

La passione per il volo di Tullio Crali deriva dalla sua esperienza biografia, ma si trasla inevitabilmente anche nella sua produzione artistica, rendendolo un perfetto rappresentante della corrente denominata “Aeropittura”, strettamente legata al movimento futurista e alla sua predilezione per il mito della modernità e del dinamismo.

 

Tullio Crali, Prima che si apra il paracadute, – Courtesy Artribune

 

Successivamente alla Prima Guerra Mondiale, tanto negli scritti quanto nelle opere si osserva quella necessità di allontanarsi dalla realtà per scoprire nuove visioni proprio attraverso l’esperienza aerea, che sono un elogio del momento storico in cui si collocano, esprimendo perfettamente ciò che anima gli artisti di quel momento.

Uno fra tutti è proprio Crali, i cui voli in quota gli permettono di sperimentare sensazioni che ispirano poi le sue tele più note, che ritraggono il “vasto dramma visivo e sensoriale del volo” con prospettive inaspettate e colori vorticosi, al limite tra astrazione e figurazione.

 

Tullio Crali, Jonathan Monoplane, 1988 – Courtesy Il Giornale dell’Arte

 

Chi più di lui è stato pilota nella vita e nell’arte, scegliendo direzioni e destinazioni con un ottimistico entusiasmo, derivante dal fatto che “lassù tutto è meraviglioso” in una ricerca continua dei percorsi da compiere.