L’appello di Cecilia Vicuña con l’opera “Brain Forest Quipu”

La voce di Cecilia Vicuña risuona oggi più potente che mai con la sua istallazione multimediale “Brain Forest Quipu”, protagonista della Turbine Hall alla Tate Modern di Londra. 

L’artista cilena, che da sempre unisce tradizione indigena con urgenti temi di attualità, decide ora di farlo in modo esemplare: appendendo ad una struttura metallica ancorata al soffitto 27 metri di sculture quipu (nodo), che nascono dall’intreccio fra materiali differenti come lana, fibre vegetali, oggetti raccolti, corda e cartone. 

Cecilia Vicuña, Brain Forest Quipu – Tate Modern London 2022

Il quipu riveste, infatti, un ruolo fondamentale per le comunità indigene delle Ande. In queste terre, anziché comunicare tramite la scrittura, le persone tessevano materiali e annodavano corde per esprimere significati. 
Il quipu è diventato così per queste popolazioni un modo per tramandare ricordi, saperi, storie e una metafora  del legame  tra gli uomini. 
Capiamo in questo modo il significato del titolo dell’opera: il quipu unisce in sè tutte le interconnessioni della “Foresta di Cervelli”, di cui fa parte ognuno di noi. 

A causa della conquista europea, i quipu furono banditi e addirittura bruciati, ma questa istallazione è un urlo a gran voce che afferma che il quipu non è morto così come non lo è il legame tra gli individui: bisogna solo essere disposti ad ascoltare. 

Cecilia Vicuña porta così alla luce voci soppresse per secoli. Voci di uomini che denunciano le violenze contro i popoli indigeni, voci di intere comunità e nazioni preoccupate per la distruzione delle foreste e ancora la voce di ognuno di noi allarmata per il cambiamento climatico. 

L’aspetto scultoreo, che tramite il colore bianco osso ritrae lo scheletro degli alberi uccisi da siccità e incendi, però, non è l’unico. 
L’istallazione è infatti costituita da altri tre strati: suono, digitale e sociale. 

Cecilia Vicuña, Brain Forest Quipu – Tate Modern London 2022

Muovendosi nello spazio, infatti, lo spettatore è accompagnato dalle note del compositore colombiano Ricardo Gallo, il quale unisce musiche indigene ad attimi di silenzio, facendo così immergere interamente il visitatore all’interno della cultura della lontana terra delle Ande, ma lasciando anche lo spazio alla riflessione personale. 

Il “Quipu Digitale” offre invece, tramite video, una fonte di conoscenza per comprendere il grande lavoro e i problemi affrontati dagli attivisti che combattono ogni giorno in prima linea per difendere la nostra casa: la terra. 

L’artista invita, infine, ciascuno di noi a partecipare al “Quipu degli incontri: Rituali e Assemblee” diventando così parte attiva di questa lotta. 

Cecilia Vicuña offre così ai visitatori un’occasione di unione e di presa di coscienza, inaugurando la speranza per un nuovo inizio.