L’arte fonde umano e intelligenza artificiale, ecco Re:Humanism

“Mettiamo un uomo dentro una macchina”

Così diceva Raymond Sellars, interpretato da Michael Keaton, nel film del 2014 Robocop.

La tecnologia e in particolare la robotica hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni e quella stessa frase, possiamo dire essersi in parte realizzata.

Giusto per dare un’idea a chi non fosse del settore, sono stati sviluppati robot definiti “umanoidi”, in grado di interagire e aiutare gli umani – quelli veri – nella vita di tutti i giorni.
Un esempio su tutti, è il robot dalle sembianze femminili sviluppato in Giappone da Toshiba nel 2015 e utilizzato in un centro commerciale per aiutare le persone a trovare negozi o ristoranti e a fare spese.

L’intelligenza artificiale (AI) consiste esattamente nel far sì che le macchine siano sempre più in grado di interagire con l’uomo per semplificare la sua vita svolgendo determinate azioni che altrimenti richiederebbero troppo tempo.
Il potenziale di questo settore è palese ed è applicabile a diversi settori, dalle aziende all’arte.

In quest’ultimo è interessante una realtà, relativamente giovane: RE:HUMANISM.

 

Courtesy of Re-humanism.com

 

Cos’è?

Un’associazione no profit volta alla collaborazione tra intelligenza artificiale e arte, fondata da due aziende che operano proprio nei servizi digitali e tecnologici, Alan Advantage S.r.l e Green Vulcano S.r.l e presieduta da Daniela Cotimbo.

Re:Humanism nasce quindi per mettere in relazione, studiandola, cultura scientifica e umanistica con particolare attenzione, appunto, all’intelligenza artificiale.
La cultura e l’arte devono tenersi al passo con i tempi offrendo anche nuovi medium, tra cui, la tecnologia.

 

Courtesy of Re-humanism.com

 

RE:HUMANISM PRIZE

L’associazione, inoltre, ha dato vita al Re:Humanism Prize, un premio incentrato sul rapporto tra arte contemporanea e AI che celebra quest’anno la seconda edizione.

Le opere selezionate come vincitrici saranno esposte a Maggio 2021 al museo MAXXI di Roma in una grande mostra collettiva, mentre l’opera arrivata prima della sezione speciale Romaeuropa Digitalive Prize avrà un posto d’onore all’interno del suddetto festival romano nell’autunno 2021.

I vincitori

Veniamo ora alle undici opere e, di conseguenza, agli undici artisti che si sono classificati.
Il podio è internazionale, va da Berlino agli Stati Uniti: al primo gradino, Entangled Others ,duo artistico di base a Berlino composto da Feileacan McCormick e Sofia Crespo: hanno sfruttato l’AI per immaginare nuove forme di relazione.
In seconda posizione, l’artista Irene Fenara: l’estinzione delle tigri diventa metafora della necessità di preservare la memoria digitale; terzo classificato Yuguang Zhang, new media artist cinese e ricercatore presso la New York University che indaga il confine sottile tra l’umano e il non umano.
Scendendo dal podio incontriamo poi gli atri sette finalisti: Egor Kraft, Elizabeth Christoforetti e Romy El Sayah, Mariagrazia Pontorno, Manuel Focareta, Carola Bonfili, Johanna Bruckner, Umanesimo Artificiale e infine per Romaeuropa Digitalive il vincitore è stato Francesco Luzzana con un progetto performativo che indaga le relazioni tra corpo e interfacce digitali.