Un furto ad arte: l’incredibile vicenda dell’Isabella Stewart Gardner Museum è ora una miniserie Netflix

Domenica 18 Marzo 1990

Boston, USA

Isabella Stewart Gardner Museum

Queste informazioni a molti non diranno un gran che, eppure segnano la data e il luogo di uno dei furti d’arte più famosi e misteriosi della storia, tanto che Netflix ne ha fatto una miniserie in quattro puntate dal titolo “Un colpo fatto ad arte, la grande rapina al museo”, disponibile ora sulla piattaforma.

Noi l’abbiamo vista e vi assicuriamo che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine. Per quanto ne sappiamo, dietro a un furto messo a segno con tale maestria, valso un bottino di ben 500 milioni di dollari, potrebbe davvero esserci stato Lupin in persona.

 

Un colpo fatto ad arte, la grande rapina al museo – nuova miniserie Netflix. Courtesy PlayBlog

 

Il malcapitato protagonista dell’intera vicenda è l’Isabella Stewart Gardner Museum, fondato nel 1896 per volere di Isabella Stewart Gardner, della quale – appunto – porta il nome.

Isabella, donna d’eccezione per la sua epoca – collezionista e mecenate –  viaggiò per il mondo acquistando moltissime opere tanto da progettare una casa-museo per ospitarle tutte.

Il museo conta una collezione di più di 2500 opere – compresi anche arazzi e sculture – di arte europea, asiatica e americana.

 

Cortile interno, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston. Foto: Sean Dungan

 

Nella famigerata notte del 18 marzo 1990 furono rubati tredici capolavori tra cui tele e bozzetti di Manet, Degas, Rembrandt e Vermeer al quale appartiene “Concerto a tre”, quadro trafugato dal valore stimato di 200 milioni.

Gli autori del misfatto entrarono nel museo alle ore 1:24. I due, mascherati da poliziotti e con la scusa di aver ricevuto dei reclami per dei disordini provenienti dall’interno, furono lasciati entrare da una delle due guardie, tale Rick Abath, che in quel momento si trovava in portineria. Una volta dentro i ladri, dopo aver imbavagliato entrambi i custodi con dello scotch e averli ammanettati nelle fondamenta del palazzo, restarono dentro l’edificio per ben ottantuno minuti. In quel lunghissimo frangente di tempo tutte le opere, che si trovavano in sale e piani diversi, furono staccate dalle cornici e portate via senza di esse.

 

Interno di una delle sale del museo dopo il furto – foto Elle decor

 

Considerando che estrarre una tela da una cornice non è esattamente un’operazione immediata, per gli investigatori fu la prova che i due sapessero che la polizia non sarebbe mai arrivata e ciò portò a pensare alla presenza di un complice all’interno del museo, magari lo stesso Abath.

Le indagini di FBI e polizia, nonostante diverse mancanze nel reperimento delle prove, rivelarono altre incongruenze che all’epoca dei fatti fecero propendere sempre di più per la presenza di una terza persona coinvolta o addirittura di una vera e propria organizzazione criminale, si pensò alla mafia di Boston.

 

Identikit dei presunti ladri secondo la descrizione delle guardie – Courtesy artnews

 

Ma com’è andata a finire? Chi è stato? E le opere dove sono?

Non saremo di certo noi a darvi spoiler e non provate nemmeno a cercare su Google, sarebbe giocare sporco. Tutti su Netflix!