Un nuovo inquilino per la Casa dei Tre Oci

Nicolas Berggruen, filantropo e investitore tedesco naturalizzato americano, ha acquistato la Casa dei Tre Oci, storico palazzo sull’isola della Giudecca (Venezia).

La Casa dei Tre Oci

Costruita tra il 1912 e il 1913 dal pittore Emiliano de Maria, i suoi tre oci ( tre occhi ) non sono altro che le tre grandi finestre sulla facciata che rappresentano simbolicamente i membri della famiglia de Maria: il pittore stesso, la moglie e il figlio. La finestra più piccola posta invece in alto è per la figlia del pittore, Silvia, scomparsa prematuramente da bambina.

 

Casa dei Tre Oci – Courtesy of Venice-Cera.it

 

I tre Oci hanno ospitato, nel corso degli anni, artisti e personaggi di spicco per poi diventare museo e spazio espositivo dove sono state allestite importanti mostre e rassegne di arte, fotografia e architettura.

Fino a che non è arrivato il signor Berggruen.

Ma chi è?

Figlio di Heinz Berggruen e Bettina Mossi, il suo patrimonio netto è stimato a 1.7 miliardi di dollari.
Suo padre Heinz, scomparso nel 2007, è stato uno dei collezionisti d’arte più influenti del mondo con una collezione senza pari in cui si annoveravano capolavori di Picasso, Klee e Matisse che sono poi stati donati al Berggruen Museum (Berlino).
E si esatto, il signor Berggruen ha proprio istituito un museo a suo nome.
Mai come in questo caso allora è giusta l’espressione tale padre, tale figlio.
Nicolas Berggruen ha infatti ereditato dal padre la passione per il collezionismo, è inoltre a capo del consiglio del museo di famiglia e membro del Los Angeles County Museum ( LACMA) così come di altre importantissime istituzioni come la Tate Gallery, la Serpetine Gallery a Londra e il Moma di New York, collabora anche con Sotheby’s.

 

Nicolas Berggruen, Courtesy of B Beyond Magazine

 

Un curriculum che non ha bisogno di altre spiegazioni e al quale si aggiunge ora anche la proprietà del palazzo veneziano.

I Tre Oci cambiano perciò proprietario ma stavolta, visto di chi si tratta, non ci sono state particolari polemiche.
Il miliardario tedesco ha promesso di mantenere l’identità del palazzo, che sì diventerà la prima e unica sede europea della sua holding, il Berggruen Institute, ma che allo stesso tempo continuerà a essere centro per l’arte e la divulgazione della cultura.
Dal 2023, anno che segnerà la cessione definitiva del palazzo, sono previsti progetti di grande spessore culturale: workshops, simposi, mostre e collaborazioni con i più importanti musei internazionali.

Che altro dire, non vediamo l’ora.