Una fiera non‐fiera per le nuove generazioni di collezionisti. (un)fair inaugura a Milano negli spazi di Superstudio Maxi

Sicuramente coraggiosi.

C’è chi, in piena pandemia, ha concepito un nuovo appuntamento fieristico inteso come momento di scambio che pone al centro le nuove generazioni di artisti, galleristi e collezionisti.

Il titolo (un)fair è già un proclama di per sé che suggerisce un format diverso dalle storiche fiere di arte contemporanea, costruito come una piattaforma aperta a 360 gradi, attenta ai temi della sostenibilità, dell’inclusione sociale e delle diversità culturali.

 

Aldo Salucci, Wrong perception – Courtesy a-more gallery for (un)fair

 

Uno spazio che vuole guidare una nuova generazione di pubblico millennial, anche nell’approccio al collezionismo, con opere “collezionabili” di artisti emergenti e affermati spesso presentate in anteprima da giovani gallerie locali e internazionali.

Le direttrici Laura Gabellotto e Manuela Porcu hanno gestito per anni la Affordable Art Fair di Milano che proponeva opere con un tetto di spesa massimo fissato a poche migliaia di euro.

 

Jordi Artigas, Take That – Courtesy of The Route Photography Gallery for (un)fair

 

Agli artisti è stato chiesto di sviluppare tematiche lucidamente contemporanee che si leghino alla nuda attualità. Alle gallerie è richiesta l’attenzione verso la parità di genere, aspetto che pare ancora non “bucare lo schermo” del panorama artistico italiano, nel quale le artiste risultano ancora sottorappresentate.

La non‐fiera sarà ospitata nella sede di Superstudio Maxi di Milano, nato come spazio sostenibile che utilizza il 100% di energia rinnovabile con un bassissimo impatto energetico.

 

Cyrus Kabiru, Miyale Ya Blue – Courtesy of AKKA Project for (un)fair

 

Il programma di (un)fair, che si svolgerà tra l’8 e il 10 aprile 2022, prevede sicuramente alcuni appuntamenti online “a corredo” del macro evento, ma le proposte digitali non andranno a sostituire il nòcciolo della fiera che, nella concezione degli ideatori, vuole mantenere una solida dimensione sociale in presenza.

Tra i progetti speciali sicuramente “Contemporary Art From Africa”, in collaborazione con Whitley Neill e AKKA Project che apre una lente sull’arte emergente africana e sulla concezione della galleria intesa come comunità.