Venezia: far sì che la cultura sia intelligente

I musei sono pronti a riaprire le loro porte.

Alle orecchie di molti queste parole sono certamente risuonate come musica.

Finalmente il settore culturale, con il DPCM entrato in vigore dal sedici gennaio, è tornato a respirare dopo mesi di chiusura.
I cittadini delle regioni considerate zone gialle possono tornare ad ammirare il patrimonio racchiuso nei musei e nei principali luoghi di cultura con le dovute misure di sicurezza e non venendo mai meno all’ormai noto (e si può dire, odiato) distanziamento sociale.

Ma si sa, ognuno è artefice del proprio destino e alcune regioni, probabilmente per maggiore precauzione in vista di una probabile terza ondata, hanno deciso di prolungare la chiusura dei musei ancora per diverse settimane.

 

Courtesy of Ca’ Rezzonico

 

Indicativo il caso di Venezia, città che per eccellenza si sostiene proprio sui ricavi ottenuti da turismo e cultura, ma che ha deciso di prolungare lo stop fino ad Aprile.

Decisione da condannare? Senza sbilanciarsi si può ammettere che di certo non aiuta un settore già straziato dalla pandemia.

Il 19 gennaio, su La Repubblica, era stato pubblicato un articolo nel quale veniva riportata un’idea dell’assessore comunale e professore del liceo artistico Guggenheim Venezia , Prof. Giovanni Andrea Martini.
Quest’ultimo ha suggerito di mettere a disposizione i musei, in questo momento liberi dai caotici gruppi di turisti, alle scuole o meglio ai  professori che attraverso un qualsiasi smartphone, IPad o mezzo tecnologico possano regalare ai loro studenti un tour.
In un secondo momento poi gli studenti stessi, andrebbero a creare ulteriori contenuti digitali basandosi su quei video e facendo quello in cui la loro generazione riesce meglio: condividere.

 

Courtesy of Venetoinside.com

 

Un settore culturale che è in grado di trovare soluzioni in base alle contingenze esterne, adattandosi ad esse ed accettandole ( per quanto difficile) , è sinonimo di intelligenza.

In fondo bisogna ricordare che la cultura, di qualsiasi campo si stia parlando, è l’anima di un paese e senza l’anima non rimane molto.